Assistiamo ad un calo costante delle copie cartacee vendute, non compensate alle copie digitali, e ad una nuova vitalità della televisione, trascinata dal boom degli schermi (in media 5 a famiglia) e dalle modalità di consumo non lineari

Il mondo dell’informazione è in profonda trasformazione. Un cambiamento continuo che non fa ancora intravvedere il punto di nuovo equilibrio. Ma scattare una fotografia, istantanea di un momento, può aiutare quantomeno a definire i contorni del fenomeno. Proviamoci, iniziando dai media tradizionali

I giornali.

Secondo i dati di Agcom nel corso dell’intero 2021, i giornali hanno venduto una media di 1,7 milioni di copie al giorno, in flessione del 6,9% rispetto al 2020 e del 30,9% rispetto al 2017. Le copie cartacee hanno visto nel 2021 una riduzione dell’8,8% rispetto al 2020, e del 34,8% rispetto al 2017.
I quotidiani venduti in formato digitale non hanno registrato variazioni di particolare rilievo (oscillano intorno ad una media di 220 mila copie giornaliere nel 2021). I principali cinque quotidiani a diffusione nazionale considerati “generalisti” (L’Avvenire, Il Corriere della Sera, Il Messaggero, La Repubblica, La Stampa) vedono su base annua una flessione nella vendita di copie cartacee (-10,2%) superiore alla media.

La televisione.

Oltre i numeri che restano comunque elevati, la televisione sta vivendo una stagione di vitalità: si assiste ad un boom di consumo televisivo non lineare (si pensi solo al fenomeno delle serie Tv) e ad un boom di schermi nelle nostre case: secondo il Censis nelle case degli italiani ci sono 120 milioni di schermi (in media 5 a famiglia tra tv, smartphone e altri device in grado di riprodurre contenuti video).
Questi i dati Censis sulla televisione: nel 2021 la fruizione della televisione ha avuto un incremento rilevante, per effetto sia dell’aumento dei telespettatori della tv tradizionale (il digitale terrestre: +0,5% rispetto al 2019) e della tv satellitare (+0,5%), sia del boom della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 41,9% di utenza: +7,4% nel biennio) e della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 a un terzo degli italiani oggi (33,4%), con un aumento del 5,2% solo negli ultimi due anni.

La radio.

Nel 2021 il 79,6% degli italiani ha ascoltato la radio. Si registra un calo di ascolto tramite apparecchio tradizionale in casa e autoradio (anche per le limitazioni della pandemia) e un aumento dell’ascolto delle trasmissioni via internet con il pc (lo fa il 20,2% degli italiani: +2,9%) e attraverso lo smartphone (lo fa il 23,8%: +2,5%).
Numeri importanti anche se il dato più evidente, nella prossima puntata, è il boom del web che va considerato all’interno di un processo di convergenza che concentra sempre più media e consumo mediatico in un solo device: lo smartphone.

 

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