Un 2019 all’insegna della relazione: i 5 social media trend dell’anno

di Paola De Bartolo, pubblicato il 22/03/2019

Nel mondo dei social media il cambiamento è all’ordine del giorno, ma il 2018 ha rappresentato un punto di svolta.

È stato l’anno di Cambridge Analytica e delle preoccupazioni sulla privacy, della lotta di Twitter contro i profili falsi (70 milioni quelli rimossi solo fra maggio e giugno 2018, per la maggior parte bot), del termine ultimo per gli Stati Europei per adeguarsi al GDPR e del boom senza precedenti delle Instagram Stories: a livello mondiale, gli utenti attivi che utilizzano Instagram Stories quotidianamente sono cresciuti del 60% tra giugno 2017 e giugno 2018 (fonte: Hootsuite).

È stato l’anno del ritorno a una fruizione più intima del mondo social, in una parola: delle relazioni. Lo stesso Zuckerberg ne aveva dato chiaro segnale fin da inizio anno, annunciando una modifica del News Feed finalizzata a dare maggiore visibilità ai contenuti degli amici, a scapito di news e pagine.

Una tendenza sviluppatasi nel resto dell’anno e che promette di influenzare lo scenario social del 2019. Questi, secondo il rapporto annuale di Hootsuite – basato su un campione di 3.255 clienti business – i trend da tenere d’occhio, destinati a esplodere nel corso dell’anno.

1 – Ricostruire la fiducia

Preoccupazioni per la privacy, proliferazione di fake news e crisi etiche hanno lasciato il segno. I consumatori cercano il rapporto one-to-one, i valori dietro il brand, le celebrità cedono sempre più il posto a influencer e micro-influencer.
Come emergere in questo contesto? Guadagnando fiducia, costruendo relazioni basate su contenuti che rispecchino i valori dell’azienda e che siano interessanti per gli utenti. Non è un caso che dalla ricerca Conad-CensisMiti dei consumi, consumo dei miti” emerga che nell’ultimo anno 17 milioni di italiani hanno deciso di non acquistare qualcosa per mancanza di fiducia verso l’azienda produttrice.

2 – ‘Stories-ficazione’ della comunicazione

Pensate per essere create e fruite con uno smartphone, le storie sono molto più di un altro formato social. Incarnano la possibilità di catturare esperienze nel momento in cui avvengono, sono immediate, spontanee e intensamente personali. Sono destinate a superare i feed come modalità principale di condivisione dei contenuti con i propri amici e dovranno essere sempre più pensate dalle aziende come un’esperienza interattiva.

3 – Social advertising

Nell’era delle fruizioni pay-to-play la concorrenza tra brand si inasprisce anche nella pubblicità social, dove aumentano gli investimenti delle aziende (e i costi per farsi notare). Si riduce tutto a una questione di numeri (e soldi)? Esattamente il contrario.
Millennials e Generazione Z, in particolare, sono sempre più esperti nel filtrare gli annunci irrilevanti. Per emergere occorre puntare su creatività, targetizzazione spinta, personalizzazione, intrattenimento. Sparare nel mucchio non è mai stato così inefficace. Ancora una volta la chiave è il coinvolgimento.

4 – Acquisti social

La notizia è di pochi giorni fa: da semplice vetrina, Instagram si trasforma in piattaforma sulla quale concludere direttamente i propri acquisti. Il divario tra social media e commercio si fa sempre più sottile, specialmente tra i giovani. Ma anche in questo caso, è sufficiente esserci? La risposta è no.
Livestream dei prodotti, testimonianze dei clienti, immersione del prodotto nella vita delle persone, coinvolgimento tra pari, costruzione di fiducia, visual potenti ed esperienziali. L’Asia ha aperto la pista. Ora tocca al resto del mondo iniziare a seguire il ritmo, a patto di farlo nel segno dell’engagement.

5 – Sua Maestà la messaggistica

WhatsApp, Facebook Messenger, WeChat, QQ e Skype contano quasi 5 miliardi di utenti attivi mensili nel mondo (fonte: We Are Social e Hootsuite 2018 Q3 Global Digital Stats). Negli Stati Uniti, la messaggistica è il canale preferito per il servizio clienti. In Italia WhatsApp è la seconda piattaforma social più attiva, preceduta da YouTube (fonte: rapporto Digital 2019 Italia We Are Social e Hootsuite).
Ennesima riprova del fatto che le persone non vogliono canali pubblicitari e strategie top-to-down, ma conversazioni, dialogo, empatia e relazioni.

 

Photo by Anthony Delanoix on Unsplash

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