Oltre la società del rancore: nuovi miti per la crescita

di Omer Pignatti, pubblicato il 05/10/2018

Ma l’immaginario collettivo degli italiani è fatto solo di rancore, paura, chiusura e nessuna proiezione al futuro? Ci sono segnali di altro tenore da cogliere e valorizzare?

E’ la domanda che si sono posti Conad e Censis, che hanno presentato un progetto di ricerca, comunicazione e confronto aperto a cittadini, politica, istituzioni e imprese per favorire l’avvio di una riflessione comune che si trasformi in una nuova spinta a costruire il futuro.

Uno dei fattori che più ha inciso sull’immaginario degli italiani è stata la crisi del 2008: un taglio netto con le aspettative positive del secolo scorso, con l’idea del progressivo miglioramento delle condizioni di vita dei figli rispetto a quelle dei genitori.

Uno dei fattori che più ha inciso sull’immaginario degli italiani è stata la crisi del 2008

Ma visioni di corto periodo, aspettative decrescenti e disuguaglianze sociali hanno generato una società del rancore, debole, frammentata, impaurita e regressiva.

Una “mina” pronta ad esplodere con un impatto devastante sulla tenuta sociale e economica del Paese: se si ha paura del futuro non si investe e non si consuma.

Si va in stallo, consumando la ricchezza degli anni passati, senza produrne di nuova.

il 59,7% degli italiani risparmia per poter gestire eventi inattesi

Alcuni dati: il 59,7% degli italiani risparmia per poter gestire eventi inattesi; tra il 2015 e il 2017 c’è stato un boom del contante cautelativo – +110 miliardi di euro – nei portafogli degli italiani; i consumi non ripartono: solo +0,8% negli ultimi sei mesi.

Moltiplicatori della società del rancore, con le loro “bolle”, sono i social network. Veri e propri protagonisti della creazione del senso comune: per i nati dal 1954 in poi, web e social sono i media più influenti. Media che non fanno chiarezza e non danno punti di riferimento certi.

Secondo la ricerca Censis “Miti del rancore, Miti della crescita”, presentata in occasione del lancio del progetto con Conad (al Senato della Repubblica, in un evento che abbiamo organizzato come @homina), il 35% degli italiani non è in grado di comprendere le dinamiche in atto nella società, non capisce cosa gli accade intorno. Solo in Spagna c’è un dato peggiore.

il 35% degli italiani non è in grado di comprendere le dinamiche in atto nella società

Illuminante la definizione del quadro attuale del direttore generale del Censis, Massimiliano Valerii: “C’è una deflazione dello spirito che rende stagnante la domanda interna”. E’ questa la crisi economica e sociale dell’Italia, questo lo scenario che Conad e Censis vogliono indagare e capire, per far avanzare nuovi paradigmi. “Il peggio è passato, ma il nostro Paese è rivolto al passato.

Dobbiamo costruire il futuro senza rancore – ha dichiarato Francesco Pugliese, amministratore delegato di Conad – Servono leader che tengano prima di tutto al bene delle comunità, che sappiano spezzare i miti della paura, protagonista delle scelte dei consumatori”.

Dobbiamo costruire il futuro senza rancore

Quello immaginato da Conad-Censis è un percorso lungo, a tappe, che prevede: la valorizzazione e divulgazione delle conoscenze attuali; una campagna di comunicazione per tre roadshow territoriali del progetto (uno al Nord, uno al Centro e uno al Sud).

Pubblicazioni di notizie, dati e commenti su Osserva Italia di Repubblica.it – l’osservatorio quotidiano sugli stili di vita degli italiani e sulle loro aspettative. Censis e Conad, inoltre, daranno vita ad un evento che ruota attorno alla presentazione dell’immaginario collettivo contemporaneo degli italiani e alla consegna del premio Top Imaginary Contest al personaggio pubblico che più ha fatto presa sullo stato d’animo degli italiani.

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